martedì 16 ottobre 2012

DOMENICO MISITANO, I MAESTRI DEL CUORE.

S.Agata del Bianco, 25 gennaio 2014
                                         di Vincenzo Stranieri
Il maestro elementare Domenico Misitano (Samo di Calabria (Caraffa del Bianco), 2 dicembre 1933), ha di recente ripubblicato il suo poema giovanile “I maestri del cuore”, Franco Pancallo Editore, Locri, 2014, composto da  28 canti, l’ultimo a mo’ di congedo dal mondo della scuola dove ha trascorso un’intera vita assieme a ragazzi desiderosi di conoscenza e affetto, sempre in pieno dialogo con i colleghi: stimati e voluti bene come fratelli.

Al calabrese Misitano Angera, cittadina del varesotto accarezzata dal  lago omonimo, è stata  e continua ad essere una “seconda” patria che ha dispiegato le ali  del giovane maestro venuto dal dal mondo considerato anche in tempi non molto lontani come “Affrica, due “ff”” quasi a volerne sottolineare la distanza,  l’ inferiorità antropologica.
Ma il Nostro non ha vissuto, per fortuna, alcuna manifestazione di razzismo. Si è ben inserito nel tessuto sociale di Angera, ne è stato anche vice- sindaco ed apprezzato  assessore alla cultura.
Ma non ha di certo dimenticato la sua terra, il suo piccolo paese natìo poggiato su un’amena collina dove, dopo il pensionamento, è tornato per trascorrervi nella calma delle antiche rughe il resto della sua vita.
Qui, inaspettatamente,  il fato gli ha fatto incontrare  “Topolina”, una cagnetta ferita mortalmente che Misitano ha curato come una figlia, salvandola così da morte certa.
Sono sempre insieme, passeggiano tranquilli per le vie del piccolo borgo. “Topolina” è  una presenza quasi filiale che gli illumina le lunghe giornate.
Ad Angera è stato un maestro elementare esemplare, che ha dato e ricevuto tanto dai suoi numerosi allievi.
Ha dato e molto ricevuto anche dai suoi colleghi di lavoro, che descrive amorevolmente nel suo poema “I maestri del cuore”.
Una gamma di personaggi ove, però, a primeggiare è sempre il genere femminile. Misitano è  molto attratto dalle donne: le osserva, le studia, le desidera.. le ama. Ma non è propenso a rapporti duraturi, specie quando si tratta di raggiungere l’altare.
E’ donna angelicata, la sua donna, ma anche sensuale e provocante, un mondo che accoglie nel suo ventre materno i desideri coltivati durante l’infanzia quando tutto si tramuta in  mito.
Ma la pedagogia rimane la vera protagonista- come è giusto che sia- del versi del Nostro, con al centro un intervento didattico mirato in grado di dare risposte concrete all’alunno, al suo mondo,
In chiusura, non possiamo non sottolineare il velo di amarezza  che appanna l’animo del Misitano, specie quando egli medita sul  tempo che passa, conscio che nulla dura in eterno, che bisognerà dare conto a Dio del proprio vissuto.
Sono tanti i versi citabili, ma forse è bene chiudere leopardianamente questo nostro piccolo assunto.

Troppo ingrata, non pia, madre natura,
né pietosa del mal, né della morte,
pensa a se stessa e i figli suoi non cura;
promette e inganna nella sorte,
per apparire, poi, malvagia e dura
quando tu cadi o bussi alle sue porte:
più non t’illude il cuor del suo sorriso,
né t’asciuga una lacrima dal viso. (pag.75)

Nessun commento:

Posta un commento