giovedì 2 agosto 2012

PRIMA E SECONDA GUERRA MONDIALE - I SOLDATI DELLA VALLATA LA VERDE-

 La guerra non può essere modificata, deve essere abolita.  
Albert Einstein
Come al tempo delle lance e delle spade,
così anche oggi, nell'era dei missili, a uccidere,
prima delle armi, è il cuore dell'uomo.
Papa Giovanni Paolo II

Questa sezione è dedicata ai soldati (morti, dispersi e reduci) della nostra vallata che hanno partecipato alle due terribili guerre mondiali del secolo scorso.
Chiunque sia in possesso di documenti, foto, lettere e/o altro, è invitato a contattarmi (tel.0964/956683- cell. 338-3191977, e-mail: vincenzostranieri@hotmail.com).
L’intento è di creare un archivio di memorie che possa farci ricordare il loro sacrificio, le loro giovani vite inghiottite dalle follie belliche che hanno animato (e che ancora animano, purtroppo) "uomini" privi di scrupoli e amore per il prossimo.

ELENCO  CADUTI (nati in Caraffa del Bianco) DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE -1915-1918

1) ALAFACI FRANCESCO ROSARIO DI PAOLO soldato 1° reggimento granatieri, nato il 7 ottobre 1896 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 28 agosto 1917 a Roma per ferite riportate in combattimento.

2) ALVARO GIUSEPPE DI VINCENZO soldato 70° reggimento fanteria, nato il 1° ottobre 1895 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, disperso il 27 ottobre 1917 in combattimento.


3) ARCURI DOMENICO DI PIETRO caporale 48° reggimento fanteria, nato il 1° maggio 1890 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 18 luglio 1915 sul Carso per ferite riportate in combattimento.

4) CALELLA ROCCO DI PASQUALE soldato 41° reggimento fanteria, nato il 27 novembre 1895 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 4 ottobre 1919 a Savona per malattia.

5) CALLIPARI CARMELO VINCENZO DI GIUSEPPE soldato 35° compagnia presidiaria, nato l'8 aprile 1846 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 3 febbraio 1918 a Mestre per ferite riportate in combattimento.

6) CAPPONI ATTILIO soldato 232° reggimento fanteria, nato l'8 luglio 1896 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 15 novembre 1916 sul Monte San Marco per ferite riportate in combattimento.

7) CAVALERI GIUSEPPE DI ANTONIO soldato 254° reggimento
fanteria, nato il 15 novembre1899 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 21 aprile 1919 nell'ospedaletto da campo n. 141 per malattia.

8) CIDONI GIUSEPPE DI FRANCESCO caporale 142° reggimento fanteria, nato il 6 febbraio a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, disperso il 18 settembre 1916 sul Carso in combattimento.

9) COZZUPOLI GIUSEPPE DI ROCCO soldato 24° reggimento fanteria, nato il 15 novembre 1892 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 29 giugno 1918 in prigionia per malattia.

10) DI GIORGIO FRANCESCO DI DOMENICO soldato 20° reggimento fanteria, nato il 1° agosto 1887 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 18 agosto 1916 nell'ospedaletto da campo n.76 per ferite riportate in combattimento.

11) FERRO GIUSEPPE soldato 20° reggimento fanteria, nato il 1° agosto 1896 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 27 agosto 1916 nell'ospedaletto da campo n.223 per ferite riportate in combattimento.

12) FIMIAMO DOMENICO DI LUIGI soldato 1° reggimento genio, nato l'8 dicembre18887 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, disperso il 15 luglio 1918 in Francia, in combattimento.

13) FRANZE' FILIPPO DI GIULIO soldato 243° reggimento fanteria, nato il 3 novembre 1897 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 29 novembre 1918 a Trieste per malattia.

14) FRANZE' FILIPPO DI VINCENZO soldato 20° reggimento fanteria, nato 28 maggio 1879 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 4 febbraio 1919 a Caraffa del Bianco per malattia.

16) IERINO' ANTONIO DI DOMENICO soldato 143° reggimento fanteria, nato il 30 agosto 1896 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto l'11 settembre 1917 a Milano per malattia.

17) IOFRIDA GIUSEPPE SALVATORE DI PAOLO soldato 90° reggimento fanteria, nato il 2 settembre 1896 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 7 settembre 1917 a Caraffa del Bianco per malattia.

18) LUVERA' SALVATORE DI DOMENICO soldato 20° reggimento fanteria, nato il 29 settembre 1895 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto l'11 giugno 1916 sui sogli di Campiglia per ferite riportate in combattimento.

19) MARRAPODI ANDREA DI GIUSEPPE soldato 20° reggimento fanteria, nato il 1° dicembre 1889 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, disperso il 18 luglio 1915 sul monte S. Michele in combattimento.

20) MELINA ANTONIO DI GIUSEPPE soldato 87° reggimento fanteria, nato il 31 gennaio1884 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 14 ottobre 1916 sul Monte Zebio per ferite riportate in combattimento.

21) MELINA GIOVANNI CARMELO DI GIUSEPPE soldato 4° reggimento fanteria, nato il 19 settembre 1897 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 5 maggio 1918 in prigionia per malattia.

22) MESITI GIOVANNI DI ROCCO soldato 16° reggimento bersaglieri, nato il 10 gennaio 1896 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 18 novembre 1918 a Trieste per malattia.

23) MINNICI VINCENZO DI DOMENICO soldato 11° reggimento bersaglieri, nato il 13 ottobre 1892 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 21 luglio 1915 sul Monte S. Michele per ferite riportate in combattimento.

24) PATTI VINCENZO DI GIUSEPPE soldato 140° reggimento fanteria, nato il 23 ottobre 1891 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 18 luglio 1917 nell'ospedaletto da campo n. 057 per ferite riportate in combattimento.

25) PEZZANO ANTONIO soldato 85° reggimento fanteria, nato il 27 aprile 1898 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, disperso il 24 ottobre 1917 in combattimento.

26) PIZZATA VINCENZO DI FRANCESCO soldato 232° reggimento fanteria, nato il 17 dicembre 1896 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 16 novembre 1916 nell'ospedale da guerra n.11 per ferite riportate in combattimento.

27) POLIMENI RAFFAELE DI GIOVANNI soldato 65° reggimento fanteria, nato il 5 aprile1892 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 4 luglio 1915 sul Carso in combattimento.

28) PRIMAVERA CESARE DI ISACCO soldato 141° reggimento fanteria, nato il 21 giugno1885 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 17 giugno 1917 nella 5° ambulanza chirurgica d'armata per ferite riportate in combattimento.

29) PULITANO' ANTONIO DI PAOLO carabiniere legione CC.RR. di Catanzaro, nato il 15 giugno 1877 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 12 settembre 1916 a Caraffa del Bianco per infortunio per fatto di guerra.

30) SCURUCHI BRUNO DI MICHELE soldato 251° battaglione M.T. , nato il 6 giugno 1877 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 3 ottobre 1918 a Caraffa del Bianco per malattia.

31) TEDESCO ANTONIO DI FRANCESCO soldato 2° reggimento granatieri, nato l'8 marzo 1895 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 15 settembre 1916 sul campo per ferite riportate in combattimento.

32) VIGLIANTI FRANCSCO DI GIOVANNI soldato 20° reggimento fanteria, nato il 26 settembre 1884 a Caraffa del Bianco, distretto militare di Reggio Calabria, morto il 14 novembre 1915 sul Monte S. Michele per ferite riportate in combattimento.


Ricevo e pubblico la mail dell’amico Antonio Iofrida, medico di medicina generale, nato a Caraffa del Bianco (classe 1958) trasferitosi a Figino Serenza (Como) per motivi di lavoro  da oltre vent’anni dove vive con la moglie (insegnante scuola primaria) e le sue due figlie.

Caro Cece',
grazie per tutto quello che fai e per il tuo impegno di far rivivere la memoria di quelle persone che fanno parte della storia dei nostri paesi. Questa è la foto di mio zio Giuseppe Iofrida, fratello di mia nonna Francesca, soldato durante la prima guerra mondiale, era con il lutto al braccio per la morte della mamma. Ritornato dalla guerra negli anni successivi si era sposato con Agata Marrapodi ed avevano avuto cinque figli, emigrati in Argentina negli anni trenta. Grazie a Fb quest'anno sono riuscito a conoscere i nipoti di mio questo mio zio che sono in Argentina e Venezuela . Probabilmente nel tuo blog hai anche un altro mio zio  Giuseppe Iofrida morto all'ospedale di Trieste durante la grande guerra. Questo zio Giuseppe era fratello di mio nonno paterno Antonio. L'anno scorso mio cugino Bruno era andato al sacrario di Redipuglia ed è riuscito a trovare la tomba che custodisce i suoi resti , se vuoi posso provare a inviarti le foto del sacrario con la lapide in cui è inciso il nome di mio zio.
Un caro saluto e  un abbraccio. Antonio Iofrida,  (22 settembre 2013)

 
Giuseppe Iofrida, nato a Caraffa del Bianco. Reduce Prima Guerra Mondiale


Antonio Iofrida  ( Como)
24/09/2013

A: Vincenzo Stranieri
Caro Cece,' ti giro le foto che mi aveva inviato mio cugino Bruno quando aveva visitato il sacrario di Redipuglia che custodisce i poveri resti di migliaia di nostri cari giovani che non sono più potuti ritornare ai luoghi natii. Che dire di queste foto ? Penso che la cosa migliore sia il silenzio  e il rispetto verso gli immani sacrifici e sofferenze  che questi nostri cari hanno dovuto passare e far rivivere la loro memoria è un atto doveroso per le generazioni presenti e future. Questa sera ho visitato il tuo blog,penso si dica così ,e ho scorso i nomi dei poveri soldati nati a Caraffa morti in guerra ,ti debbo confessare che mi sono emozionato, quante storie, quante vite spezzate, quanti sogni infranti, ma da questa profonda emozione ti voglio esprimere immensa gratitudine per il tuo sforzo e impegno di far rivivere la memoria di quelle persone che appartengono alla nostra storia ,anzi ti voglio dire di più , dobbiamo allargare il nostro senso di comunità e non concepirla esclusivamente come composta da persone che vivono in un determinato arco di tempo , ma concepire una comunità composta dai vivi e da quelli che non ci sono più e che fanno parte di noi e della nostra storia. Un caro saluto. Antonio.

DA: "Avv. Bruno Santino Mazzitelli" <mazzi75@hotmail.it>
Data: 08 novembre 2011 15:39:14 CET
A: Antonio Iofrida <antonio.iofrida58@gmail.com>
Oggetto: Altre foto Redipuglia
Caro Antonio,
Ti invio altre foto che riprendono il Sacrario nella sua interezza.
Vi sono 40.000 lapidi come quella del nostro caro zio.
Saluta tutti.
Bruno
 

 SACRARIO REDIPUGLIA 


ANTONIO IOFRIDA (Caraffa, 6 giugno 1900- 14 aprile 1959), Massaro.

Figlio di Bruno Iofrida (massaro) e di Marrapodi Giulia, Antonio, unitamente al padre e ai suoi fratelli, cominciò da bambino la sua vita di pastore. La sua era una famiglia che tradizionalmente viveva grazie a tale mestiere, ma al piccolo Antonio tale sorte non garbava, avrebbe voluto studiare, progredire sul piano sociale. E a fatica, mentre badava alle bestie, riuscì a imparare a leggere a scrivere. Ma la vita agreste fu presto interrotta dalla chiamata alle armi (aveva compiuto da poco 18 anni!). La partecipazione alla Prima Guerra Mondiale fu un’esperienza che lo segnò tantissimo, ma almeno era tornato vivo in Calabria, cosa, purtroppo, che non riuscì a suo fratello Giuseppe, morto a vent’anni sulle montagne del Carso.
Antonio Iofrida prese moglie nel 1930, la sposa, Teresa Viglianti, figlia di massaru Giuseppe Viglianti, gli diede cinque figli (Giulia. Bruno, Giuseppe, Elisabetta e  Maria.). Nel 1940 tentò la fortuna in Germania, ma capì che era meglio pascolare le pecore piuttosto che stare in miniera a spalare carbone, e tornò a Caraffa dopo appena un anno. All’apice della sua carriera, riuscì ad avere una mandria alquanto numerosa (circa 800 lattare tra pecore e capre). Ancora oggi è ricordato per la sua onestà e il buon senso adoperato nel corso della spartizione dei prodotti.


ANTONIO IOFRIDA (Caraffa, 6 giugno 1900- 14 aprile 1959), Massaro.
1918!. Soldati in posa. Il primo, seduto  in basso a sinistra, è Antonio Iofrida.
Giuseppe Iofrida,(1896-1917), pastore, morto nel corso della Prima Guerra Mondiale.


ELENCO CADUTI E DISPERSI  NEL CORSO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE  INSERITI IN ALBO D'ORO  NATIVI DEL COMUNE DI CARAFFA DEL BIANCO (Reggio Calabria)

1° C.SQ. ALAFACI GIUSEPPE ANTONIO 22/03/1906 1 LEGIONE M.V.S.N. 10/04/1941 AFRICA ORIENTALE MORTO BOMBARD. AEREO

2° CAPO MINNICI GIUSEPPE 08/01/1913 Incrociatore GORIZIA 06/10/1943 TERRITORIO METROPOLITANO MORTO EVENTI BELLICI

CAP. VELONA' LUIGI 24/01/1906 Q. G. 5^ Armata 28/08/1944 TERRITORIO METROPOLITANO MORTO MALATTIA

C. M. SURACI ROCCO 22/10/1918 38 RGT. FTR. 22/01/1943 RUSSO MORTO COMBATTIMENTO

C. NERA FRANZE' GIUSEPPE 04/11/1900 XI LEGIONE M.V.S.N. 17/02/1941 AFRICA ORIENTALE DISPERSO EVENTI BELLICI

R.S.I. MISITANO GIUSEPPE 13/11/1924 REP.DELLA R.S.I. 22/01/1944 TERRITORIO METROPOLITANO MORTO EVENTI BELLICI

SOLD. CALELLA FILIPPO 01/09/1903 26 RGT. GENIO 12/12/1940 ALBANESE MORTO COMBATTIMENTO

SOLD. MAIORANA DOMENICO 08/12/1921 308 SEZ. SAN. ALP. 17/01/1943 RUSSO DISPERSO EVENTI BELLICI

SOLD. PIZZINGA FRANCESCO 17/01/1909 3 BTR. ART. 25/06/1941 AFRICA ORIENTALE MORTO BOMBARD. AEREO

SOLD. STRANIERI GIUSEPPE 04/03/1921 251 CP. C/C FTR. 08/09/1943 GRECO DISPERSO EVENTI BELLICI

SOLD. VIGLIANTI FRANCESCO 21/10/1922 11 SEZ. SUSS. 02/12/1942 RUSSO DISPERSO EVENTI BELLICI

  Seconda Guerra mondiale- Reduci fronte russo



Capitano LUIGI VELONA' (Caraffa, 24.01.1906- 24.08 .1944)


Luigi Velonà nacque a Caraffa del Bianco il 24.01.1906. Allievo dello zio materno, Arc. Domenico Battaglia, compì gli studi classici presso il Liceo di Reggio Calabria, per poi iscriversi alla scuola sottoufficiali di fanteria. Da sergente maggiore fu ammesso per meriti alla scuola allievi ufficiali e inviato per la frequenza all’Accademia di Modena. Concluse regolarmente il corso e fu nominato sottotenente, e, successivamente, destinato al 53° Reggimento di fanteria a Vercelli. Qui sposò Silvia Baglione da cui ebbe quattro figli. Nel 1937, promosso capitano, fu inviato a Cagliari dove, nel 1938, ebbe un ruolo di primo piano alle grandi manovre militari che si svolsero in Sardegna. Nello stesso anno fu trasferito alla reale Accademia Militare di Modena come insegnante istruttore automobilista e, in tale veste, affidato al Ten.Col. A. Rampa, suo diretto superiore, che lo volle con sé sul fronte russo, dove di distinse per coraggio e lungimiranza. Come si sa, la campagna di Russia fu disastrosa, e, tra le tante disavventure, al Cap. Velonà accadde, con alcuni suoi commilitoni e un contingente tedesco, di rimanere accerchiato dal nemico.  Nella notte del 25 gennaio 1943 una bomba gli esplose a poca distanza; tuttavia, unitamente ad alcuni soldati, riuscì ad aprirsi un varco, sfuggendo così ai partigiani russi. Subito dopo fu accolto e nascosto da una lituana cattolica in un’isba di legno. Verso la fine di maggio dello stesso anno, dopo diverse peripezie, rientrò in Italia e destinato all’ufficio automobilistico di Cava dei Tirreni.
Con la firma dell’armistizio (8 settembre 1943), gli venne dato l’ordine di lasciare Cava dei Tirreni per non essere fatto prigioniero dai tedeschi. Divisi in piccoli gruppi, numerosi soldati italiani, e tra questi anche il Cap. Velonà, raggiunsero Lecce dove s’era allocato il nuovo Comando Generale.
Da Lecce, il Cap. Velonà tornò più volte a Caraffa, suo paese natale, l’ultima volta nel gennaio del 1944 per gravi motivi di salute. La campagna di Russia lo aveva fortemente debilitato; dopo il ritorno in patria, infatti, sopravvenne una grave insufficienza renale che lo portò alla morte il 24 agosto del 1944.
Spirò col profondo rammarico di non aver potuto salutare la moglie e i suoi quattro figli che si trovavano a Crevacore in Piemonte, e che appresero della sua morte solo un anno dopo, a guerra conclusa. Nel corso delle manovre sul fronte russo, al Cap. Velonà fu conferita la medaglia di bronzo e la proposta di promozione a Maggiore.
La motivazione che segue è quella originale contenuta a pagina 31 della RELAZIONE SUL SERVIZIO AUTOMOBILISTICO PRESSO L’INTENZA DELLA 8^ ARMATA (FRONTE RUSSO 1942-1943, a firma del Tenente Colonnello Direttore  A. RAMPA.
Rocco Piteri ( Caraffa, 1913-2003)
Fronte Russo: Il soldato Rocco Piteri in  un momento di "relax"
Caraffa del Bianco, maggio 1993. Rocco Piteri torna dalla campagna in groppa al suo asino
Rocco Piteri ha partecipato alla seconda guerra mondiale combattendo duramente sul fronte russo. A 29 anni, nel settembre del 1942, dopo un viaggio lungo e inenarrabile, giunse nel luogo prestabilito. Qui contribuì alla definizione di un ospedale da campo che di già ospitava molti commilitoni feriti e/o con degli arti assiderati. Uno spettacolo terribile, che avrebbe accompagnato il Nostro per tutta la vita. Dopo tre lunghi anni di guerra, dove rischiò più volte la vita, fece finalmente ritorno nella sua amata Caraffa dove, poco tempo dopo, si sposò con Maria Cavallaro che gli diede due figlie, Maria Teresa e Angela. Era stimato per il suo modo di essere: ironico, tenace nel lavoro dei campi, pacifico e concreto nei rapporti col prossimo.



                                  
Giuseppe Stranieri  (Caraffa, 1921- Fronte greco 1943)


 [… ] solo vi dico che non ci trova accua la dobbiamo comprare a due soldi il bicchiere e patiamo un po qua […].
Fammi sapere se hai ricevuto il vaglia di lire tre cento.
[…] fatemi sapere se vi siete messi a seminare. Sta  maledetta terra dove sono io non si vede niente […].
Caro Padre fatemi assapere se avete ricevuto qualche pacco che viò spedito un pacco contenente 41 pezzi di saponi cose che non mi sono messo addosso e che mi sono messo io forsi non li avete ricevuto mi dispiace molto, perché mi sono sacrificato 5 mesi di crudele cosa che desiderava il mio cuore se per caso lo ricevete mi lo fate assapere se no pazienza basta che ce la saluti altro tutto passa viò spedito un vaglia di Lire 186 non lavete ricevuto ò puro no[…]
O’ ricevuto una lettera dal vostro fratello Francesco di maglia che mi parlava che stati arando la terra considero come  vi  trovati  afflitto di lavoro ma io non posso fare nienti pemmia cosi à voluto la fortuna e cosi sia.

Mio zio Giuseppe era piccolo di statura. Mio padre lo ricorda come un tipo forte e sicuro di sé. Uno spirito indomito capace di fare a botte anche con quelli più grandi  di lui, perché non accettava i soprusi, le ingiustizie. Era un  bravo contadino,  sempre pronto ad aiutare  la famiglia nel duro lavoro dei campi. Ma Mussolini e i suoi famuli volevano sedersi in tutta fretta al tavolo  dei “vincitori”,  cosicché  diedero in pasto le carni  inermi dei giovani soldati d’Italia.  Mia nonna, Maria Ardino, originaria di Pardesca, piccola frazione di Bianco, pianse lacrime amare, il suo cuore presagiva che suo figlio, quasi ventenne, non sarebbe tornato nel  piccolo/grande mondo che l’aveva partorito per vivere in mezzo ai prati e ai boschi di Stoli. A fare il contadino, a seminare la terra arata dai buoi forti di suo padre. Aveva ragione mia nonna, purtroppo. Zio Peppe non tornò a casa, disperso sul fronte greco dopo l’8 settembre 1943 (data dell’Armistizio).  In questa sede mi sembra doveroso omaggiarlo rendendo pubbliche alcune delle numerose missive (lettere e cartoline postali) che il piccolo/grande soldato di Caraffa del Bianco ebbe a scrivere ai suoi familiari. Il tutto senza alcuno intervento sulla sua semplice quanto commovente struttura sintattica.

Da destra: Giuseppe Stranieri e un suo amico commilitone - Fronte greco 1943.

51° Compagnia Cannoni-  47/32 - Cartolina Postale- Divisione - Posta Militare 121, - Ischia-  lì 18,10,41.
“Carissimo Padre vi scrivo questa  cartolina per dare notizia della mia buona salute che sto bene e cossi meglio spero sentire di voi tutti di famiglia. Caro padre vi faccio sapere che mi trovo in una piccola isola (leggi Ischia, N.d.r.) circondata di mare e siamo tutti gli amici insieme (…) come fummo prima solo vi dico che non ci trova accua la dobbiamo comprare a due soldi il bicchiere e patiamo un po qua per altro stiamo bene. Saluti per tutti. Vostro figlio Giuseppe”.

 51° Compagnia Cannoni- 47/32 Divisione - posta Cartolina Postale- Militare 121, - Siena- lì 17,8,42.
“Sorella Carissima (leggi Rosina, sorella maggiore, N.d.r.) Ti scrivo questa mia presente per darti notizie  nello stesso tempo auguro di te.  Sorella  Carissima ti invio i sinceri auguri del tuo nome che il trenta agosto. Fammi sapere se hai ricevuto il vaglia di lire tre cento. Chiudo saluta la famiglia. Tuo fratello Giuseppe”.

51° Compagnia Cannoni- 47/32 Divisione - Cartolina Postale- Posta Militare 121, Siena - lì 15,11,42.
“Cari genitori (leggi Domenico e Maria, N.d.r.) sono molto dispiaciuto  del vostro lungo ritardo di posta e non so  più cosa pensare adesso fatemi sapere se vi siete messi a seminare. Sta  maledetta terra dove sono io non si vede niente. Saluti. Vostro figlio Giuseppe. Buone feste”.
 
  51° Compagnia Cannoni-  47/32 Divisione - Lettera - Posta Militare 121,  ? - lì  25.08.1943.
“Carissimo Padre  con molto piacere vi scrivo questa mia presente lettera tanto per darvi nota della mia buona salute e cosi meglio auguro di voi tutti in famiglia. Caro padre vi comunico che sono circa due mesi che mi trovo privo di notizie non so che cosa di pensare  fatemi assapere come vi trovate voi tutti, vi fò sapere che 2 giorni fa mi hanno fatto un permesso di andare a trovare il figlio di compare  Natale (…) e cosi siamo stati assieme una giornata.  Lui sta molto bene mi ha raccontato tanti e tanti belli fatti che mi sono messo a ridere- uno che si sposa l’altro che fa l’amore e allora solo io sono che faccio il soldato l’altri stanno  alle loro case, di più vi fò sapere che ho trovato puro il cuggino Focà  (originario di Ferruzzano, N.d.r.)  al momento che io mi trovavo presente lui ha ricevuto una vostra lettera e cosi ho saputo che stati tutti bene, e ho saputo puro che tutti i bianchi sani (leggi  parenti residenti nel comune di Bianco, N.dr.) si trovano al nostro paese fatemi assapere se ne andarono o puro no a mia premi di sapere tutto questo per il motivo che ciò anche io la fidanzata. Caro Padre fatemi assapere se avete ricevuto qualche pacco che viò spedito un pacco contenente 41 pezzi di saponi cose che non mi sono messo addosso e che mi sono messo io forsi non li avete ricevuto mi dispiace molto, perché mi sono sacrificato 5 mesi di crudele cosa che desiderava il mio cuore se per caso lo ricevete mi lo fate assapere se no pazienza basta che ce la saluti altro tutto passa viò spedito un vaglia di Lire 186 non lavete ricevuto ò puro no. Se lavete ricevuto mi lo fate assaperi perché non so nienti, adesso voglio fare ridere un poco como mia fatto ridere ammia il sposo (trattasi di Natale Catanzariti, residente nella frazione Pardesca, marito di Paola Tedesco, originaria di Caraffa del Bianco , N.dr.) di commare Pavoluzza Todisco  adesso noi due vi facciamo ridere in una foto che cosi classica ma una cosa che non vi lavevamo mandare ma noi ve la mandiamo, altro niente resto con la penna mai col cuore gli date tanti saluti alla sposa di compare Natale e gli dite che lui sta bene di non pensare male che questo devi finire io saluto sorella e fratelli. Padre e madre sono per sempre il vostro figlio Stranieri Giuseppe”.




51° Compagnia Cannoni-  47/32 Divisione - Lettera - Posta Militare 121,  ? - lì   14,12,42.
“Carissimo Padre con molto piacere vi do nota della mia buona salute al meglio auguro di voi bene tutti che stati in buona salute. Oggi mi rrivata una lettera del 10 ottobre dove mi parlava che mia sorella Teresa si trova a mali condizioni considerati che dispiacere a avuto il mio cuore spero che con la presente mi date buone notizie. Io sono circa due mesi che non ricevo vostre notizie solo due cartoline che mi scrisse mio fratello Giovanni Altro nienti considerate como mi trovo e che dice il mio cuore nel momento in cui vi scrivo mi trovo con amici che non vi potete immaginare. Io aspetto ogni otto giorni che vieni una vostra lettera ma non sarà possibile di ricevere ma non so se dipendi da voi o puro fanno ritardo non vi la prendete con mia sorella che non sarà colpa sua che l’indirizzo sarà bene dopo un mese. O’ ricevuto una lettera dal vostro fratello Francesco di maglia che mi parlava che stati arando la terra considero come  vi  trovati  afflitto di lavoro ma io non posso fare nienti pemmia cosi à voluto la fortuna e cosi sia. Vi prego se mi potete accontentare che mi spedite unpo di carta se no[…] per momento altro niente saluto caramenti sorelli e fratelli particicolari Teresina. Baci padre e ma dre e vi auguro un Buon natale. Vostro figlio Giuseppe”.


















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