martedì 7 gennaio 2014

AMORE E INDIGNAZIONE NELL'ANTROPOLOGIA NARRATA DI VITO TETI ( L'Ora della Calabria, 7 gennaio 2014, pag.31).



Vito Teti è un uomo da sempre impegnato ad affinare -  con non poca tribolazione- la difficile arte della “restanza”, suggestivo neologismo da lui coniato nel suo recente saggio-racconto Pietre di pane (Un’ antropologia del restare), Quodlibet, Macerata 2011, dove appunto ci spiega che rimanere in paese ”… non è stata, per tanti, una scorciatoia, un atto di pigrizia, una scelta di comodità: restare è stata un’avventura, un atto di incoscienza , forse, di prodezza, una fatica e un dolore. Senza enfasi, ma restare è la forma estrema del viaggiare. Restare è un’arte, un’invenzione, un esercizio che mette in crisi le retoriche dell’identità locali. Restare è una diversa pratica dei luoghi e una diversa  esperienza del tempo”.