martedì 11 dicembre 2012

LA ZINGARELLA CHE VOLEVA LEGGERE LA MANO ALLA MADONNA

Elisabetta Pulitanò (Caraffa del Bianco (RC), 20 ottobre 1925) è una contadina  piena di amore per la vita e  conserva lunga memoria sugli avvenimenti di cui è stata protagonista. E’ una vera miniera di canti religiosi, di poesie in vernacolo, racconti popolari.

Mi accoglie contenta, ama parlare, trasmettere le sue conoscenze perché i “giovani d’oggi nulla sanno di noi, del nostro passato, del nostro antico sudore”. La sua voce, nonostante  la raucedine, è intonata a pregna di antiche fonìe. Il suo entusiasmo è contagioso, la sua serenità “sputa in faccia” al vivere moderno, ai suoi ritmi frenetici, disumani, massificanti. “Vengo dall’orto, ho dato da mangiare alle galline e, poi, ho bevuto un po’ di latte”, mi dice nel mentre mi fa accomodare. Una casa piccola ma pulita, ordinata e, quel che conta, piena di luce. “Fici ventu assai stanotti”, mi dice con tono un po’ preoccupato, perché il luogo dove è ubicata la sua casa è molto esposto ai venti, poggia proprio ai bordi estremi di Rione Pizzo da dove è possibile ammirare un panorama marino di circa 50 km. E’ un po’ sorda e devo “alzare la voce” per farmi capire. Il canto qui proposto è intitolato la “Zingarella”, una giovanissima nomade  cammina per dodici anni alla ricerca di  Maria che nel suo grembo (per intervento divino) porta Gesù di Nazareth.  Intende leggere la mano della Madonna, per predirle il futuro.

Pulitanò Elisabetta
                                              Caraffa del Bianco, 10 dicembre 2012, ore 1024. 

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